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Alla sua seconda prova narrativa, l'autore resta nel solco cominciato con Maximo Bestiario, Animali tra gli altri. Quello del bestiario nasce nel Medioevo come vero e proprio genere letterario, in cui il fine era di descrivere con parole e immagini miniate gli animali (quelli immaginari erano alla pari con quelli veri, gli unicorni e i draghi stavano ai lupi e ai leoni) citati nella Bibbia. Lui e l'animale raccoglie trentatré racconti brevi, talvolta come epigrammi, impreziositi da dodici disegni allegorici rispetto a una relazione con il mondo animale di cui facciamo parte esistenzialmente, non solo geneticamente. In questi racconti brevi di Pellegrinetti, Maestro Scultore, si riconosce la mano educata e allenata al colpo non esitante dello scalpello, del martello, di attrezzi che sanno incidere, scalfire, smussare e scolpire con forza o con leggerezza, ma sempre con precisione. La forma icastica e minuta, che con i suoi accapo evoca da molto vicino il verso poetico, dà l'idea di come la grazia sappia vestire il manto lirico non-romantico della prosa più franca, più decisa.